martedì 20 agosto 2013

A commento dell'ultimo Consiglio Comunale. Quello che non viene detto....

“Molta teatralità nelle espressioni di voto durante l'ultimo Consiglio comunale di Basiliano, con alzate di mano casuali, abbozzati scatti fotografici ed un Sindaco impegnato a far approvare celermente tutti i 54 punti dell’ennesima variante urbanistica n.20, dovuta per il rinnovo dei vincoli all’esproprio, ma non solo”. Così i tre rappresentanti di “lista progetto”, Del Negro, Donato e Venir hanno commentato la discussione di un punto che, a loro giudizio, è stato visto, dalla maggioranza consigliare, come occasione propizia per l’inserimento di nuove zone edificabili, in previsione della ormai prossima scadenza elettorale. Secondo rinvio invece per la mozione di Lista Progetto sul trasporto scolastico; stessa sorte per le interpellanze su problematiche specifiche di cui il gruppo si era fatto portavoce. “Una nuova dimostrazione questa- ribadiscono i tre rappresentanti- di quanto poco conti in Consiglio Comunale l’opposizione, relegata oltremodo al ruolo di comprimaria, con interventi accompagnati da sorrisi di scena e atti di insofferenza”. “Condividiamo inoltre – continuano i tre - l’amara considerazione espressa dal consigliere Novelli sullo stato dell’attuale Consiglio comunale dopo il ribaltone di inizio 2012 “.

lunedì 19 agosto 2013

Se errare è umano e perseverare diabolico - Orgnano 5 anni dopo - di Pier Giorgio Micelli

Se errare è umano e perseverare diabolico, il riconoscerlo appartiene alla categoria dell’angelico. Più facile è certamente tacere, fare lo gnorri, attendere che tutto passi nel dimenticatoio e ricominciare da capo come niente fosse. Preferisco riconoscere di essermi sbagliato. Come riportato dal messaggero veneto l’8 novembre 2010, sono stato convinto assertore della trasformazione di quella cenerentola che era la frazione di Orgnano prima dei lavori di ristrutturazione del borgo storico; sostenevo che quella sventurata vestiva ora i panni della principessa, adducendo tra i motivi quegli stessi lavori di riqualificazione, la realizzazione della rotonda sulla ss 13 e la progettazione di borgo Cjastelut, che definivo perfino “una sfida gradita se finalizzata ad una crescita non soltanto numerica della comunità”. La ristrutturazione non era ai miei ingenui occhi altro che il preludio di un’ opera tesa a recuperare la memoria di una civiltà contadina ormai perduta, sgomberata dalla semplice nostalgia di un passato elegiaco o bucolico di fatto mai esistito, a favore semmai di uno sguardo obbiettivo sul “da dove veniamo” a beneficio di una maggior chiarezza sul “dove stiamo andando”. Il redattore intitolava correttamente quell’intervento “La memoria va vissuta”…vale a dire “traghettata nel presente”. Certo, a mia parziale discolpa, non era possibile non venire coinvolti nell’entusiasmo di quei giorni. La nuova veste sembrava perfetta, e tuttora lo è, per ospitare eventi di un certo taglio culturale e qualità, come naturale prosecuzione all’intenzione del legislatore europeo che ha elargito tanto denaro nella frazione. La prima festa della Scimmia nel Pozzo ha rappresentato in questo senso un prototipo ineguagliato di spontaneità, entusiasmo e, fatemelo dire, coraggio di osare una cosa mai sperimentata. La pro loco, nata in quei magici giorni, poteva proseguire il disegno, dilatarlo nel corso dell’anno attraverso l’uso dei locali dell’ex scuola e asilo di via dei caduti, promessa in usufrutto dalla parrocchia che ne è proprietaria. La nuova amministrazione comunale, retta da dal nostro compaesano Roberto, eletto mezzo secolo dopo il maestro Venir a conferma di un “rinascimento orgnanese”, guardava con interesse alla cosa, elargendo anche pochi, ma buoni euro a contributo. In seguito trovavo perfino commovente vedere i primi turisti aggirarsi per le vie del paese. Gente pilotata di certo da qualche Guida del Medio Friuli, come viene pomposamente chiamato da un po’ il territorio. Pernottavano certamente nel locale agriturismo aperto in paese come condizione all’approvazione del progetto di recupero, o transitavano accaldati sulle rotte cicloturistiche indicate dalle medesime guide: in ogni caso guardavano il paese con occhi nuovi, inducendo anche noi indigeni a farlo per scoprivi una bellezza nascosta, i cui benefici durano ancora. Quello che non è durato è tutto il resto, lasciando motivati dubbi sul fatto che ci sia mai stata prima l’intenzione di riqualificare (dare qualità di nuovo a) Orgnano e in quale maniera. Dubbi che sono oggi certezza di un modo vecchio di fare politica, un deja vu senza nemmeno una remora a mostrarsi chiaramente per quello che è nell’indifferenza totale. Di fatto, quali che siano i motivi, l’agriturismo, da condizione irrinunciabile alla realizzazione del progetto che era, è oggi chiuso, l’amministrazione comunale ha rarefatto l’interesse a qualsivoglia progetto culturale, che la pro loco comunque non pare neanche più proporre: l’uso dei suddetti locali come centro nevralgico di un qualche tipo di aggregazione non è stato neppure imbastito e quest’anno la festa della Scimmia non si è fatta. Per fortuna, viene da dire, perché la piega che andava prendendo, più che al progetto originario, somigliava tanto ad un prolungato happy hour. Il problema del traffico, definito irrisolvibile dal primo cittadino, nonostante la rimozione dei ciottolati di sasso davanti ai portoni, continua a stridere con le aspirazioni di turismo rurale che starebbero alla base dell’idea tutta. E taccio del borgo parallelo, rimandando a quanto scritto sul quotidiano locale il 25 aprile 2012. Mi ha detto Marco che sono di sinistra (Del Negro, specifico, perché sono amico anche di Donato, Tavano e Monai). Ma non mi riconosco a sinistra, questo Pd non mi piace per nulla. Non mi riconosco a destra, per incompatibilità implicite al mio dna: mio nonno era infatti catto-antifascista e dalla memoria delle cellule traghetto nel presente la sua figura, con il cappello in mano, ma dritto davanti al podestà, che lo aveva convocato in seguito ad una delazione per chiedergli conto delle sue idee, rispondergli: “Lo sapete come la penso”. Non sparò altro proiettile sul regime che la sua dignità Sono anch’io contrario ad ogni forma di dittatura, compresa quella più raffinata che oggi chiamiamo democrazia, dove ci viene permesso di votare, attraverso uno qualunque dei partiti che hanno occupato lo Stato dopo la Resistenza, quello che tutti li affratella: il partito degli affari. Mi pare che le leggi del Vangelo professate dal nonno, al pari di quelle della Costituzione, non abbiano bisogno di altro che di essere applicate. Mi pare però che per le stesse istituzioni fondate su quelle leggi conti piuttosto aggirarle e farla franca.