giovedì 29 dicembre 2011

Piano delle strategie del Mediofriuli

I comuni del Mediofriuli hanno commissionato uno studio sulle caratteristiche peculiari del territorio, con il fine di favorire interventi sinergici mirati ad uno sviluppo turistico, edilizio e sociale uniforme. Il progetto è di notevole fascino sebbene presenti inconvenienti non trascurabili. Il passaggio ad un programma di interventi spetta alla politica. Che ci sia già un punto di partenza favorirà certamente i propositi futuri.







domenica 18 dicembre 2011

La riscoperta della cultura politica per una nuova classe dirigente - Marco Del Negro

Da molti anni l'attività amministrativa di sindaci ed amministratori locali ha valicato i confini della politica per rifugiarsi nella convinzione che, a certi livelli, non vi siano schieramenti che tengono. L'errore contenuto in una simile considerazione è quello di ritenere la politica come mera espressione dei disvalori di parte dell'attuale classe dirigente, corrotta, dequalificata e sicuramente non all'altezza di oneri ed onori. In realtà bisognerebbe considerare la politica, e non i partiti, come fondamento del fare amministrativo. La politica come origine di ogni cosa è figlia a sua volta dell'uomo e del suo pensiero. Non vi è politica trascendente né entità sovrastante che possa condizionare certi sviluppi. La politica è fatta dagli uomini e diventa strumento degli stessi in chiave di traduzione delle sue istanze al servizio del popolo. La discriminante tra un amministratore capace ed uno meno risiede nel rapporto, manifesto o meno, che questi ha con la politica. Mentre il primo muove i suoi passi verso un'idea astratta, sicuramente irraggiungibile nei fini ultimi, ma feconda di frutti nel suo percorso, il secondo ritiene che quanto richiesto sia semplicemente conservare senza far troppi danni il fardello di cui ci si è fatti carico. Entrambe queste due figure hanno una degenerazione: nel primo caso abbiamo quei politici che ritengono disdicevole scendere a compromessi di qualunque fatta e cadono troppo spesso in uno sterile ostruzionismo, nel secondo nasce la figura del'amministratore "interessato". Questa figura, peraltro sempre esistita nella storia più o meno recente, assume nei piccoli comuni i panni di chi utilizza il proprio ruolo come prolungamento della sua attività personale. Il conflitto di interessi è purtroppo un male che colpisce la politica a tutti i suoi livelli. L'obiettivo deve essere quello di limitarne gli effetti, tenendo il lupo lontano dall'agnello, ad esempio, evitando che certi incarichi pubblici vengano ricoperti da soggetti che lavorano nel medesimo settore e che da una commistione pubblico-privato possono trarre benefici personali. Queste scelte passano solamente attraverso la volontà degli individui; non vi è la possibilità di escludere certe categorie di soggetti per non dover poi, di conseguenza, limitare la partecipazione alla vita politica ad esperti qualificati, e rinunciare così ad un arricchimento della gestione pubblica. La chiave di lettura è data dal livello e dalla qualità di cultura politica di chi è chiamato a svolgere funzioni di amministratore. L'obiettivo deve essere quello di creare una nuova classe dirigente che sappia guardare oltre il contingente ma non viva di utopie; che possa essere politica ma non sdegnarsi altezzosamente di fronte a problematiche particolari. Ed è proprio per questo che i partiti dovrebbero riscoprire una loro identità di base che permetta ai cittadini un facile riconoscimento ed ai rappresentanti da questi eletti, una miglior stabilità emotiva di fronte a decisioni rilevanti. Viviamo purtroppo una fase storica nella quale i partiti non hanno la capacità di guidare questa crescita perché articolati su logiche conservatrici che ne fanno degli strumenti per il facile controllo di una società statica. L'impegno è pertanto lasciato a singoli o gruppi di giovani che cerchino di formarsi autonomamente una propria preparazione culturale e politica. Saranno questi a candidarsi a rinnovare i modi di amministrare. Fuori e dentro ai partiti. Questo l'auspicio e questa la sfida.


Marco Del Negro

martedì 13 dicembre 2011

Borgo "Al Cjastelut" Organo

Nell'ultimo Consiglio comunale Lista Progetto ha richiesto il rinvio della discussione in merito al PAC della nuova lottizzazione di Orgnano. Convinti che sia necessario un ulteriore riflessione su un intervento a tal punto impattante, abbiamo preteso di discuterne, in Consiglio, dopo aver avuto modo di elaborare le nostre perplessità e le nostre soluzioni alternative.
Entro pochi giorni, pubblicheremo le nostre osservazioni.

Tangenziale Sud

Una delle ultime sedute del Consiglio comunale è stata convocata per discutere un tema che ha visto la luce per la prima volta nel lontano 1972 e che da allora, tra rinvii, nuovi progetti e archiviazioni per mancanza di fondi non si è allontanato di molto dai tavoli dei tecnici, che sui suoi dettagli hanno perso il sonno e fatto fortuna.
La Tangenziale sud è considerata un'opera strategica sin dagli anni settanta, quando la Pontabbana, attraversando paesi piccoli e grandi, rappresentava un limite ad una facile comunicazione sulla direttrice che unisce Udine-Pordenone ed indirettamente il Friuli occidentale agli innesti autostradali. Non è certo difficile convincersi delle ragioni che spingevano gli amministratori ed i politici di allora a riflettere su un'opera di questo tipo. E non è difficile cogliere le ragioni per cui anche a Basiliano maggioranze ed opposizioni abbiano sempre trovato un punto d'incontro nel ritenere l'opera indispensabile. Ne abbiamo testimonianza leggendo le carte dei Consigli comunali del 1986 e 1987.
Tuttavia, scorrendo gli sviluppi delle progettazioni sembra di scorgere una tendenza a prender per buono quanto già deliberato e sfruttare tale giustificazione per evitare nuovi ripensamenti. "se era strategica allora, lo è a maggior ragione oggi…". L'oggi in questione è tuttavia il 2011 e le condizioni viarie in questi decenni sono cambiate in maniera sostanziale. In primo luogo chi proviene da Trieste, se diretto a Pordenone, trova notevoli vantaggi a viaggiare fino a Portogruaro per poi imboccare l'A28; chi si reca ad Udine, da Pordenone e Codroipo, qualora abbia già optato per percorrere una strada statale decisamente trafficata, soprattutto nella zona di Casarsa e di Codroipo, troverebbe certamente giovamento dal poter evitare il passaggio attraverso Basagliapenta e Campoformido.
Da un punto di mero interesse localistico si dovrebbe esprimere un parere negativo alla realizzazione di un'opera altamente impattante come la blasonata Tangenziale Sud. Politicamente poi le scelte degli amministratori regionali, negli ultimi decenni, hanno manifestato notevoli deficienze strategiche nel pianificare la rete viaria che conta di unire il Friuli occidentale alla città di Udine ed alle industrializzate aree del manzanese. Gli investimenti, programmati lungo la SR Pontebbana, fatti di rotonde semaforiche e spazi commerciali, sono quanto di più distante si possa associare ad un proposito di rapita veicolazione di uomini e merci. La riduzione di sezione della Tangenziale supporta il dubbio che la valenza strategica dell'intervento abbia perso di smalto rispetto all'iniziale previsione. Per gli interessi precipui del nostro territorio, non riteniamo che la Tangenziale rappresenti un'opportunità di sviluppo bensì, oltre all'impatto ambientale, comporti lievi benefici ai soli abitanti di Basagliapenta ed Orgnano ma al contempo aggravi il transito lungo la SP 10, presso il semaforo di Basiliano e comprometta lo sviluppo economico commerciale di future attività imprenditoriali già consolidate o in fase i avvio.
Tuttavia ci siamo confrontati con le posizioni assunte negli anni da quanti ci hanno preceduto e, per non insterilire il nostro intervento in mera opposizione abbiamo cercato di cogliere quegli aspetti migliorativi presenti nell'attuale progetto e li abbiamo utilizzati a supporto del nostro voto in consiglio comunale. Sebbene l'impatto sia notevole, le ragioni dell'opera hanno raccolto i consenti di tutti gli amministratori (maggioranza ed opposizione) che ci hanno preceduto, a significare che si sia sempre creduto di agevolare in questo modo un maggiore sviluppo dei nostri territorio. Con il pensiero che si debba realmente iniziare a parlare di sviluppo dei nostri territori in termini di aggregazione funzionale prima e poi politica. Considerando il nuovo progetto come migliorativo rispetto ai precedenti in materia di impatto ambientale, seppur con tutte le riserve espresse, abbiamo espresso voto favorevole al parere come proposto dal Sindaco a seguito delle integrazioni puntuali emerse dalla discussione.