lunedì 8 ottobre 2012

Basiliano cresce....ma i servizi calano

Prendo spunto da un recente articolo del Messaggero Veneto per alcune considerazione in merito alla valorizzazione dei centri storici mediante il rifacimento delle piazze. La volontà di abbellire un borgo e renderlo funzionale alle esigenze della popolazione che lo abita, o di quanti vogliano investire capitali, è certamente uno dei doveri di un buon amministratore. Non sempre tuttavia sono gli interventi urbanistici e edilizi a favorire una migliore vivibilità di un paese o incentivare l'insediamento di attività commerciali. La stessa maggioranza che ora intenderebbe spendere (o far spendere ad Enti superiori) la bellezza di 600mila euro per la piazza di Variano è la stessa che ha amministrato Basiliano negli ultimi decenni; la stessa che han permesso che nelle diverse frazioni del Comune, e soprattutto nel capoluogo, le varie imprese commerciali ed artigianali si spegnessero o deperissero causa il trascorrere del tempo (e l'invecchiare dei proprietari) e l'accresciuta concorrenza (non pareggiabile in competitività). Sarebbe interessante censire le attività che hanno chiuso i battenti negli ultimi anni, valutare quante, di quelle rimaste, possano resistere per almeno altri 5 anni e ipotizzare quanti nuovi investitori possano trovare interessante Basiliano. Temo che nessuno dei nostri amministratori di maggioranza lo abbia mai fatto. La Giunta, quando ragiona di cemento e mattoni, perde ogni capacità di ampliare la visuale delle sue scelte strategiche oltre il mero limite spaziale dell'intervento in questione. Non vi è la capacità di cogliere i mutamenti della società, se non rapportandoli alla logica del Basiliano cresce. Basiliano è cresciuto a tal punto che le sensibilità di chi lo ha amministrato non sono riuscite a tenere il passo. Al punto che a fronte di nuovi residenti, l'offerta, in termini di servizi, invece che aumentare proporzionalmente, è diminuita.
Della crisi hanno scritto e parlato in tantissimi. A Basiliano, il fenomeno recessivo ha origini molto più lontane. Ad un'analisi della sola zona centrale del capoluogo, prendendo in considerazione le attività economiche che si affacciano sulla piazza o sulle vie del centro, si possono cogliere dei particolari interessanti, che forse i nostri amministratori non riescono a rilevare. Tralasciando il notevole e generalizzato calo nei consumi, si può tuttavia affermare che Basiliano manca in assoluto di capacità attrattiva di investimenti privati nel settore del piccolo artigianato, nel commercio e nel settore delle attività professionali (ad esclusione di quelle tecniche, in prevalenza collegate all'edilizia). Se togliessimo banche, uffici assicurativi, e studi professionali, il solo centro storico perderebbe buona parte degli insediamenti "business". Le ragioni sono molteplici: scarsa progettualità urbanistica negli anni passati, scarsa propensione a considerare la vitalità del paese come un fattore di ricchezza, mentalità orientata al piccolo interesse speculativo. Restringendo la visuale, allo stato attuale, ci troviamo in una situazione in cui non vi è alcuna possibilità che i locali prospicienti la piazza possano ospitare nuovi insediamenti, ad eccezione di locali di rappresentanza o piccoli uffici. Negli ultimi mesi, il bar cooperativa ha lasciato chiuse le sue serrande, e non è possibile prevedere quando possa riaprire, mentre i locali soprastanti si sono svuotati della presenza dell'estetista, per fortuna semplicemente trasferitasi. Delle restanti attività, bar, alimentari, macelleria e panificio, hanno saputo rinnovarsi recentemente ma pagano la scarsa predisposizione del centro di Basiliano ad attirare avventori dall'esterno. A questo sommiamo una programmazione urbanistica che ha scelto di favorire la residenzialità in due aree da cui l'accesso al centro è ostacolato dalla strozzatura di via 3 novembre, a nord, e della ferrovia a sud. Queste problematiche sono certamente conosciute dal Sindaco e dalla sua maggioranza (che per inciso è la stessa che certi problemi ha contribuito a produrre). In diverse occasioni abbiamo sentito, ad esempio, Sindaco ed assessori impegnarsi formalmente per dar soluzione all'annosa questione degli immobili posti alle spalle del campanile, piuttosto che promettere i sensi unici, invocati per dar la possibilità a quanti abitino in Borg Cuarnet di accedere alla piazza in piena sicurezza.
Chiaramente nulla è stato fatto. Né da questo Sindaco, né dal precedente. O meglio, qualcosa si. Un bel centro commerciale semi deserto che, nonostante i proclami dell'epoca, non ha portato tutta l'offerta di lavoro prevista.

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